D'ONOFRIO Luigina
Biografia:Critica:
Un lungo cammino di esperienze pittoriche, di formazione, di partecipazione a mostre, premi, con risultati lusinghieri ed appaganti, precede questa prima “personalissima”... mostra personale di Luigina D'Onofrio. Un percorso che la vede anche ottima protagonista nel campo delle cosiddette “copie d'autore” o meglio di elaborazioni tematiche dei grandi maestri del Rinascimento, attività, a suo dire, trascurabile, ma a nostro avviso rilevante, per lo sviluppo della sua sensibilità artistica e delle sue grandi capacità tecniche; non da usarsi, dunque, come chiave interpretativa del suo essere artista moderna e piena ma punto importante della sua crescita culturale. Nel suo percorso formativo, l'artista si libera progressivamente delle sovrastrutture tecniche e scolastiche apprese con diligenza ma sempre con una riserva critica, che costituisce la via maturativa che la condurrà all'attuale espressività artistica. Sempre più attenta all'elaborazione prospettica ed alla resa volumetrica della figura umana, realizza opere come “La Danzatrice di Flamenco”, “La Grande Venere” che segna la sua “svolta” artistica. Le tele divengono finalmente “grandi” in tutti i sensi, sia delle dimensioni che superano 1 m di lato(fino a quel momento una miriade di tele di piccole e medie dimensioni avevano lasciato intuire le grandi potenzialità dell'artista) sia nella padronanza della tecnica pittorica, assolutamente personalizzata ed irripetibile. È certamente l'uomo, le sue proporzioni anatomiche, la sua intensità relazionale che stimolano l'interesse artistico dell'autrice diventando la tematica ultima, approfondita fin nella sua essenza più accattivante dei sentimenti, dell'amore, della protezione, della tenera passione tra uomo e donna, tra madre e figlio, e non ultima tra padre ( o grande padre...il nonno) ed il figlio; ecco allora nascere le “Maternità” (bella nella sua ieratica intensità espressiva quella della “Madonna del Pettirosso”), “La Paternità” e “Nascondiglio” a cui l'autrice è particolarmente affezionata, raffigurando l'amore di suo padre per il nipote. Sono immagini, visioni, sogni che la pittrice rappresenta su tele divenute murales, graffiti rupestri, affreschi medievali sbiaditi dal tempo, stesi su intonaci di malta e rena , porosi, ruvidi, “nature”, eppure complessi, affascinanti, semplici e grandiosi ad un tempo, richiamano alla mente l'opera pittorica di una grande artista che non vuol credere di esserlo ma è “maestro” nell'arte figurativa. Conoscendo il travaglio artistico dell'autrice e vedendone venuta a frutto la perseverante volontà di fare, non si può che gioire di questi risultati pieni, esaltanti, indiscutibili. Opere come “Il Trasporto” e la più recente “Non Andare”, introducono all'evoluzione verso una nuova visione dell'arte. L'adesione al Movimento Culturale degli Affabulanti è atto di piena presa di coscienza della propria identità di artista consapevole, motivato e fattivo artefice del panorama culturale del III millennio.
Quotazione delle opere in via di definizione. Artista inserito nell'Albo d'Onore dell'Accademia Alexandròs.
Premio Speciale della critica all'evento AFFABULAZIONE 2005.
Estratto dalla produzione artistica:
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